Ambiente che negli ultimi decenni ci sta lanciando diversi messaggi: incendi, inondazioni, cambiamenti climatici, persino pandemie, ma noi, come disse Michela Giraud in uno dei suoi sketch “continuiamo a comportarci come se fossimo i nostri ex: visualizziamo ma non rispondiamo”.
Certamente abbiamo i nostri problemi: ci preoccupiamo per i pagamenti a 90 giorni, per la partita iva, per il caro benzina, per l’aumento dei prezzi delle materie prime, per il mutuo ma MAI di dove saremo quando il nostro mutuo sarà estinto, comodamente seduti sul divano della nostra casa, che però sarà sommersa tra il Tirreno e l’Adriatico.
E ora che è acclarato che non esistano più le quattro stagioni è arrivato il momento di fermare i cambiamenti climatici che in qualche modo possono essere paragonati alla guardia di finanza quando vengono evase le tasse: è meglio andare incontro a loro prima che siano loro a venire da noi!
Battute a parte, negli ultimi anni il green – inteso come sostenibilità ambientale e non come pantone - è diventato un tema sempre più pregnante e virale, da Greta Thunberg con i suoi Fridays for Future, all’avvento dell’elettrico nel settore automobilistico, alla Cop26, fino al PNRR.
A proposito di PNRR (acronimo di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, scopri di cosa si tratta cliccando sul link), su questa misura vengono riposte molte speranze per la crescita del nostro paese, l’abbattimento delle disuguaglianze sociali e la ripresa nel post pandemia da Covid-19 (dai un’occhiata a questo articolo sui nuovi bandi per economia circolare).
Conosci già il PNRR? Scopriamolo assieme e cerchiamo di comprendere le caratteristiche di questa misura di cui tanto si parla ai notiziari e sui rotocalchi.
La crisi determinata dalla pandemia da COVID. 19 ha gravemente colpito il nostro paese (e non solo) in un periodo già caratterizzato da fragilità economica, sociale ed ambientale. I soggetti particolarmente colpiti sono stati i giovani e le donne, non a caso, secondo i dati statistici, le percentuali degli under 30 non impegnati nello studio, nel lavoro o nella formazione e il tasso di disoccupazione femminile, sono tra i più alti d’Europa.
Una pronta risposta a questa situazione è giunta dall’ Unione Europea con la sospensione del Patto di Stabilità e l’introduzione di ingenti pacchetti di sostegno all’economia, specialmente con il lancio a luglio 2020 del programma Next Generation EU (NGEU). Tra le varie misure, quella di maggior peso è stata il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), introdotto dal Parlamento Europeo con lo scopo di sostenere la ripresa economica e sociale del nostro Paese, in un periodo di forte cambiamenti come quello pandemico.
ll PNRR è un’importante opportunità di sviluppo, investimenti e riforme il cui obiettivo è quello di riprendere un percorso di crescita economica sostenibile rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni.
Il PNRR è un programma di investimenti che l’Italia e gli altri stati dell’Unione Europea devono consegnare obbligatoriamente alla Commissione Europea per accedere alle risorse del Recovery fund. La stessa Commissione avrà poi il compito esaminare i piani di spesa e di riforma dei singoli Stati .
Il PNRR si inserisce all’interno del programma Next Generation EU, il pacchetto da 750 miliardi di euro stanziati dall’Unione europea, da ripartire tra i diversi Stati membri sulla base dell’incidenza che l’Emergenza Covid 19 ha avuto sull’economia dei medesimi stati.
Vale la pena sottolineare che l’Italia è la prima beneficiaria in Europa dei due strumenti del piano Next Generation EU: il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF 191,50 miliardi di euro) e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d'Europa (REACT-EU – 13 miliardi di euro).
Il documento italiano elaborato dal governo Draghi contiene un dettagliato resoconto delle riforme che l’Italia intende avviare, da qui al 2026, per risollevare l’economia dalla crisi provocata dalla pandemia da coronavirus (clicca sul link per scoprire di più sul piano nazionale ripresa e resilienza).
Le missioni in cui sono distribuiti i 191,5 miliardi di euro del PNRR sono 6 e riguardano differenti ambiti che riporto qui di seguito:
La quota d’investimento per i progetti green è pari al 37% del totale delle risorse.
La maggior parte degli investimenti e delle riforme a carico del Ministero della Transizione Ecologica coinvolgono prevalentemente la Missione 2, tuttavia due importanti azioni "green" si trovano anche nella 1^ e nella 3^.
Vediamole nel dettaglio.
Ai fini della transizione ecologica la prima missione si pone l’obiettivo di migliorare l'impronta ecologica degli eventi culturali (mostre, festival, eventi culturali, eventi musicali) attraverso l'inclusione di criteri sociali e ambientali negli appalti pubblici per eventi culturali finanziati, promossi o organizzati dagli enti pubblici.
L’applicazione sistematica e omogenea di questi criteri consentirà la diffusione di tecnologie/prodotti più sostenibili e supporterà l’evoluzione del modello operativo degli operatori di mercato, spingendoli ad adeguarsi alle nuove esigenze della Pubblica Amministrazione.
La seconda missione (dedicata specificatamente alla sostenibilità ambientale) prevede investimenti e riforme per l’economia circolare e per migliorare la gestione dei rifiuti, rafforza le infrastrutture per la raccolta differenziata e ammoderna o sviluppa nuovi impianti di trattamento rifiuti, per raggiungere obiettivi grandiosi, come il 65% di riciclo dei rifiuti plastici e il 100% di recupero nel settore tessile.
Per aumentare l’efficienza energetica degli edifici sono previsti consistenti incentivi fiscali, con il potenziamento del Superbonus 110% e l’investimento in nuovi programmi di riqualificazione degli edifici pubblici: le misure consentono la ristrutturazione di circa 50.000 edifici l’anno.
Per raggiungere la progressiva decarbonizzazione, sono previsti interventi per incrementare significativamente l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, attraverso investimenti diretti e la semplificazione delle procedure di autorizzazione per le rinnovabili, la promozione dell’agri-voltaico e del biometano.
Si sostiene la filiera dell’idrogeno, e in particolare la ricerca di frontiera, la sua produzione e l’uso locale nell’industria e nel trasporto, la creazione di circa 40 stazioni di rifornimento, prioritariamente in aree strategiche per i trasporti stradali pesanti.
Sono stanziate risorse per il rinnovo del trasporto pubblico locale, con l’acquisto di bus a bassa emissione, e per il rinnovo di parte della flotta di treni per il trasporto regionale con mezzi a propulsione alternativa.
Vengono altresì stanziate risorse per il potenziamento della capacità delle reti elettriche, della loro affidabilità, sicurezza e flessibilità (Smart Grid) e nelle infrastrutture idriche, con l’obiettivo di ridurre di almeno il 15 % le perdite nelle reti per l’acqua potabile.
Particolare attenzione, infine, è rivolta alla sicurezza del territorio, con interventi di prevenzione e di ripristino a fronte di significativi rischi idrogeologici, della salvaguardia delle aree verdi e della biodiversità, e quelli relativi all’eliminazione dell’inquinamento delle acque e del terreno, e alla disponibilità di risorse idriche.
La componente verde all’interno della terza missione si ritrova nella riforma sui porti allo scopo di garantire l’intermodalità con le grandi linee di comunicazione europee, sviluppando collegamenti con i traffici oceanici e con quelli intermediterranei, aumentando la dinamicità e la competitività del sistema portuale italiano, in un’ottica di riduzione delle emissioni climalteranti.
Gli investimenti consentiranno, infatti, un aumento dei volumi di passeggeri e merci, comportando una sostanziale riduzione del traffico stradale. Allo stesso tempo, essi contribuiranno alla creazione di posti di lavoro, non solo nelle aree portuali ma anche nell'entroterra, stimolando lo sviluppo economico sia a livello locale che nazionale.
Ora che abbiamo visto che cos’è il PNRR, in quale contesto si è sviluppato e quali missioni intende perseguire da qui al 2026 è bene fare un passo indietro e spiegare che cosa si intende per TRANSIZIONE ECOLOGICA.
Con transizione ecologica si intende un insieme di azioni rivolte alla sostenibilità economica, per favorire il passaggio da un sistema basato sulle fonti energetiche inquinanti a un modello virtuoso incentrato sulle fonti verdi (scopri le opportunità della finanza agevolata in materia di economia circolare nell’intervista alla nostra Diana Michelizzi cliccando sul link).
L'obiettivo principale della transizione ecologica è raggiungere entro il 2050 la neutralità climatica, vale a dire l'equilibrio tra emissioni e assorbimento di anidride carbonica. Per raggiungere questo traguardo uno degli strumenti principali è la transizione energetica, cioè il passaggio da un mix energetico centrato sui combustibili fossili a uno a basse o, ancora meglio, a zero emissioni di carbonio, basato su fonti rinnovabili.
La conversione energetica sta avvenendo in tutti i paesi UE, ed è coordinata a livello continentale dall’Unione Europea. L’istituzione comunitaria ha stabilito gli obiettivi comuni tramite il Green Deal europeo (che vedremo tra poco), un programma per lo sviluppo sostenibile e l’azzeramento delle emissioni di gas serra entro il 2050, con target intermedi per la riduzione dell’impronta di carbone (carbon neutrality) previsti per il 2030.
La transizione energetica si esplica anche attraverso l’economia circolare. Quali sono le differenze con l’economia tradizionale (lineare)? Come siamo messi in Italia? Come si muove la finanza agevolata per promuovere queste forme di economia sostenibile?
Nella tradizionale economia lineare si ricerca la materia prima, la si prepara, utilizza e smaltisce perdendo il 90% delle risorse utilizzate per produrre il prodotto finale (come ad esempio una lavatrice o un’aspirapolvere o motori per auto). Le grandi aziende rivendono la metà dei rifiuti mentre le PMI solo il 25% ed il resto finisce in discarica con l’80% degli scarti delle merci prodotte.
RIGENERAZIONE, RICONDIZIONAMENTO e RICICLO sono invece le tre parole chiave attorno alle quali gravita l’economia circolare (scopri di più cliccando sul link https://www.creditteam.eu/economia-circolare-mise-nuovo-bando ).
Nell’economia circolare, un po’ come in cucina, non si spreca nulla e si massimizza il recupero di prodotti ecocompatibili. Potremmo allora dire che il ciclo produttivo di queste risorse green e sostenibili va dalla culla alla culla, ossia dalla fase di progettazione della produzione sino alla raccolta-riutilizzo o riciclaggio (segui l’esempio della Alfa Srl leggendo il case history del link).
Oltre a fare qualcosa di concreto per la salvaguardia dell’ambiente, l’economia circolare comporta:
Come visto all’inizio di questo articolo, in Europa il tema della green economy e dell’economia circolare è molto caldo già da svariati anni. Si stima infatti che tale modello di economia sostenibile se replicato possa portare a un risparmio di 600 miliardi di Euro, riducendo sensibilmente le emissioni di gas serra. L’obiettivo europeo è quello di ridurre la produzione di rifiuti sino a non produrne del tutto (ad oggi finiscono nelle discariche ancora 800 milioni di tonnellate di rifiuti).
La legislazione europea sta pompando svariati miliardi di Euro in risorse, ricerca ed innovazione per stimolare l’avvio preponderante e su larga scala di un modello di economia circolare e sostenibile che si sostituisca definitivamente al modello di economia lineare.
Mentre grandi industrie stanno attuando cambiamenti e sono scese in campo per progettare il futuro in chiave green, altre (principalmente PMI più recalcitranti e resilienti al tema della bioeconomia rigenerativa) vivono tuttora ancorate al modello arcaico dell’economia lineare perché pongono ancora attenzione ai prezzi bassi di alcune materie prime, non comprendendo che le risorse non sono infinite ed inesauribili.
Tra le città europee guida la carica dell’economia circolare AMSTERDAM la quale si è distinta per aver fiutato ed appreso l’importanza di riutilizzare i componenti, ha capito per prima che i rifiuti possono essere fonte di reddito ed energia ed ha investito in questo settore creando numerosi posti di lavoro (nel solo settore dell’edilizia verde si attende un ritorno di 85 milioni di Euro da qui al 2040 con un aumento della produttività del 3%).
Si confida che l’esempio trainante di Amsterdam possa dare vita al fenomeno della simbiosi industriale, affinché lo spreco di qualcuno diventi materia prima di qualcun altro.
Il tema dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale è diventato pregnante pure nel nostro paese.
Anche in Italia via libera al RICICLO e 0 SPRECHI!!!
La Coldiretti stima che l’economia circolare abbia un giro d’affari di 88 miliardi di Euro. C’è così chi produce birra da scarti del pane, chi dai vinaccioli crea cosmetici viso e sieri antietà, chi ricava vernici per edilizia da uova e latte scaduti, chi borse home made da foglie delle pannocchie del mais.
Come visto in precedenza, lo scarto di produzione ha un costo per cui diventa fondamentale anche per le imprese italiane aderire ad una nuova economia dove le aziende possano risparmiare notevolmente nel loro bilancio, riducendo i costi energetici di svariati milioni di Euro e abbattendo altresì le emissioni di CO2.
Come sempre i giovani sono i più propensi all’innovazione, a portare nuove energie e nuove competenze per reinterpretare un comparto (quello agricolo) tradizionalmente considerato arcaico.
Per sostenere l’ambiente non scende in campo solo il PNRR ma anche il GREEN NEW DEAL italiano (ispirato da quello europeo), il BONUS GREEN 2022 e il PACCHETTO ENERGIA DI REGIONE LOMBARDIA.
Trattasi di una misura promossa da Ministero dello Sviluppo Economico che supporta i progetti volti a perseguire i seguenti obiettivi:
I progetti - aventi CONTENUTO ESTREMAMENTE INNOVATIVO E SOSTENIBILE - per essere considerati ammissibili devono avere le seguenti caratteristiche:
Sono previsti contributi a fondo perduto, per una percentuale massima delle spese e dei costi ammissibili di progetto:
Per i prossimi aggiornamenti della misura rimani informato cliccando sul link
Lo scorso 26/04/2022 la Giunta regionale ha approvato il pacchetto energia che prevede 3 diverse misure di sostegno a interventi di efficientamento energetico:
In definitiva, sposo le parole di Aran Cosentino quando diceva che abbiamo bisogno di un cambiamento radicale, una vera rivoluzione culturale, sociale, economica e politica. Un cambiamento di sistema per ottenere soluzioni efficaci per salvare il nostro caro pianeta.