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Recupero Crediti: quando e come fare contestazioni legittime
Recupero Crediti: quando e come fare contestazioni legittime

Uno dei temi clou nell’ambito del recupero crediti è la contestazione: chi nega di aver usufruito di un determinato servizio, chi contesta che un lavoro sia stato eseguito a regola d’arte, chi si oppone alla firma su un documento di trasporto.

Tante contestazioni differenti, un'unica affermazione ripetuta all’unisono: “io quella fattura non la pago!”.

Ma qual è il filo sottile che separa invisibilmente una contestazione legittima da una pretestuosa?

In questo articolo cercherò di affrontare il problema da ogni sua angolazione, sempre con un focus particolare al recupero crediti.

Recentemente è capitato anche a me di muovere una contestazione: dopo aver firmato il contratto di affitto ho scoperto che l’impianto elettrico dell’appartamento non era in regola e che l’ultima revisione della caldaia risaliva al 2016.

Se nel contratto è prevista la consegna dell’immobile “in buono stato, privo di difetti che ne impediscano la corretta e totale fruizione da parte del conduttore” (che sarei io), un impianto elettrico e una caldaia funzionanti e a norma di legge sono i fondamentali da pretendere.

Com’è vero dunque che ogni ambito della nostra vita è contrattualmente regolato, è altrettanto vero che anche la contestazione - quando viene fatta correttamente, è allegata a prove documentali ed è mossa da scopi legittimi - è e dev’essere un caposaldo inviolabile.

Già un paio di anni fa, nel tracciare i profili psicologici dei vari debitori, mi era capitato di affrontare nell’ambito del recupero crediti, il tema della contestazione (leggi il nostro articolo sulla psicologia del recupero crediti).

All’epoca li divisi tra contestatori fondati e cronici.

Dopo due anni di restrizioni da covid (scopri di più sull'impatto del Covid sul recupero crediti), i rincari vertiginosi e oramai insostenibili dell’energia e del gas e le ultime vicende dal fronte russo-ucraino, questa classifica non è cambiata, si è semplicemente ampliata, con tutte le sue ripercussioni in tema di recupero crediti.

Prendendo ad esame alcuni casi emblematici arrivati sulla mia scrivania da credit manager in Credit Team, società di finanza agevolata a Brescia, Bergamo e Milano, vorrei evidenziare alcuni errori, suggerire qualche consiglio utile e sottolineare le conseguenze di una cattiva contestazione nell’ambito del recupero crediti.

Recupero credito: la mensa impagata

Collaborando con le scuole private per una corretta gestione delle risorse finanziarie capita di sovente che le famiglie degli allievi accumulino qua e là delle rette scolastiche impagate.

Nelle ultime settimane sembrava di assistere ad un copione condiviso: “mi* figli* non ha usufruito del servizio mensa per cui non l’ho pagato”.

Dove sta l’errore?

Mi spiego meglio, nella sequenza emissione della retta – prima comunicazione soft del mancato pagamento – seconda comunicazione più incalzante – passaggio alla società di recupero crediti per un recupero crediti bonario – quale errore ha commesso la famiglia non pagante nei confronti della scuola creditrice?

In primis, mi viene da pensare che il mancato accesso alla mensa non sia mai stato comunicato.

Quale comunicazione è preferibile? C’è solo una risposta, chiara e netta, fulminea e indiscutibile: rigorosamente scritta, inviata o a mezzo PEC, o raccomandata con ricevuta di ritorno, o preliminarmente anche via email.

Ricorda, se i nostri avi latini dicevano che “verba volant scripta manent” un motivo c’è, ed è quello di lasciare una traccia, quello di manifestare e far recepire all’esterno una volontà uguale e contraria a quella della controparte.

Con quali tempistiche comunicare? Anche qui la risposta è altrettanto lapidaria: immediatamente!

E ora cosa rischia la famiglia non pagante nell’ambito del recupero crediti?

Il fatto che l’alliev* abbia mangiato 5 anni fa un panino comprato al bar anziché un pasto completo in mensa non serve a nulla se non è stato tempestivamente segnalato alla scuola ed ora la famiglia si ritrova a dover pagare oltre al debito mensa anche gli interessi di mora che da allora sono legittimamente maturati.

Hai capito qual è l’effetto di una contestazione fallace nell’ambito del recupero crediti? Quello che è un diritto sacrosanto diventa, se non utilizzato correttamente, un torto dalle conseguenze salatissime.

Recupero credito: quella firma sul D.D.T. non è mia

Un altro caso - interessante per le sue dinamiche - da sottoporre è quello di un’impresa edile della bassa bresciana che è in attesa della consegna di pannelloni con relative parti metalliche da parte del suo fornitore.

Il materiale, a detta dell’impresario, non è stato correttamente consegnato perciò subito restituito al mittente (a supporto dell’impresario l’agente dell’azienda fornitrice non solo è al corrente della situazione ma è presente al momento della errata consegna), eppure dall’altra parte il fornitore emette fattura e produce d.d.t. sui quali campeggia uno scarabocchio.

Passano tre anni, la questione pare caduta nel dimenticatoio e invece alla PEC del titolare dell’impresa edile viene inviata una costituzione in mora nella quale, sul fronte del recupero crediti, viene intimato il pagamento della fornitura entro e non oltre 7 giorni, pena il passaggio della pratica al legale, con ulteriore addebito di costi relativi agli interessi nel frattempo maturati e alle parcelle dell’avvocato.

Ebbene, chi dei due ha ragione? Quali errori ha commesso l’impresario silente? Che cosa può fare per evitare l’azione legale?

C’è da dire che l’impresario sia telefonicamente che di persona aveva informato all’epoca della errata consegna sia il rappresentante che il titolare dell’azienda fornitrice, ma come ho sottolineato prima la contestazione va fatta in forma scritta e dev’essere tempestiva.

Come dimostrare che la firma dei documenti di trasporto non proviene dall’impresario o da un suo collaboratore?

In questo caso solo un perito grafologo potrà venirgli in soccorso.

Ma per sua fortuna può contare sul supporto di un altro soggetto: il rappresentante dell’azienda fornitrice, testimone dell’errata consegna dei pannelloni e della ferramenta.

Quando nell’ambito del recupero crediti si ricevono pratiche come queste bisogna fare molta attenzione a conoscere ogni singolo aspetto della vicenda ed essere super partes, perché può anche capitare che dietro ad un apparente creditore si nasconda una truffa, e dietro ad un ipotetico debitore una persona onesta che intende portare avanti ad ogni costo la sua volontà, i suoi valori, la sua verità e la sua contestazione (inconfutabilmente meglio se scritta!).

Contestazioni recupero crediti: come utilizzarle al meglio per la tua azienda?

Hai capito cosa può nascondersi dietro ad una contestazione e che effetti può avere in tema di recupero crediti?

D’ora in avanti, se devi contestare un servizio, una fornitura, o una prestazione ricordati di TRE REGOLE BASILARI che ti salveranno la vita in campo di recupero crediti stragiudiziale:

  • 1.  Invia la contestazione in forma scritta (PEC, raccomandata a/r o email);
  • 2.  Non far passare troppo tempo e attivati subito;
  • 3.  Salva la tua contestazione o sul tuo pc o in una cartelletta plastificata all’interno di un faldone dedicato alle contestazioni, in modo da agevolarti qualora ti dovesse contattare una società di recupero crediti.

Hai bisogno di recupero crediti stragiudiziale per la tua azienda? Credit Team si occupa di:

 

Autore:
Giancarlo Rossini

 


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