March 29, 2019
Sono già passati quattro mesi dal debutto della fatturazione elettronica, l’ultima croce e delizia di tanti imprenditori.
E in questo frangente sono stato testimone degli occhi vitrei come quelli dei peluche della mia collega dell’amministrazione, o dello sconforto di mia madre, terrorizzata dalla novità ma pronta, in un secondo momento, ad accoglierne i benefici per traghettarli in una nuova zona di comfort.
La stessa sorte era toccata circa 60 anni fa alla lavatrice, inizialmente osteggiata dalle flotte di “casalinghe di Voghera” ad honorem, ora elettrodomestico irrinunciabile di ogni donna.
Così, a distanza di qualche tempo, la mia collega Giulia ha riacquisito la sua espressione briosa ed entusiasta di ogni giorno e mia madre ha già preso ritmo e procede spedita ed in piena autonomia con la nuova fatturazione obbligatoria.
E le imprese? Come hanno reagito al rodaggio della fatturazione elettronica?
Superato lo scoglio iniziale della scarsa preparazione da parte delle imprese (specie quelle più piccole) e del funzionamento singhiozzante, nei primi giorni, del sito dell’Agenzia delle Entrate, che ha reso l’invio in un click una lunga attesa degna delle 4 stagioni di Vivaldi, il caos iniziale comincia a dissiparsi e la nuova fatturazione obbligatoria diventa in maniera (più o meno) pacifica routine.
Tralasciando gli aspetti tecnici relativi al funzionamento della fatturazione elettronica e i soggetti tenuti a tale adempimento fiscale, la mia riflessione vuole incentrarsi sugli impatti benefici della prima nell’ambito del recupero crediti stragiudiziale.
Superata la riluttanza iniziale, cominciano a delinearsi molti aspetti positivi della fatturazione elettronica, anche e soprattutto nel recupero crediti stragiudiziale.
Nel mio lavoro da responsabile dell’area recupero crediti stragiudiziale, le contestazioni commerciali, spesso pretestuose, sono all’ordine del giorno.
Capita allora che, nella fase iniziale dell’attività di recupero crediti stragiudiziale il debitore, contattato telefonicamente, affermi che la fornitura non sia stata eseguita a regola d’arte, o che la consegna non abbia rispettato la scadenza convenuta o fa leva su accordi differenti intervenuti con la controparte creditrice.
Nondimeno, come anticipavo pocanzi, può trattarsi di contestazione meramente pretestuosa, cioè sollevata al semplice scopo di venir meno ai propri obblighi di pagamento assunti in sede di contratto. In concreto allora si apprende che la fattura incriminata sia stata regolarmente registrata senza che pervenisse mai nessuna contestazione scritta e tempestiva!
Il recupero crediti stragiudiziale si pone l’obiettivo di smontare la contestazione per fare in modo di intavolare una trattativa bonaria, che eviti il contenzioso legale e che tuteli l’immagine della mandante.
L’avvento della fatturazione elettronica sarà particolarmente utile per evitare a monte il rischio di contestazioni commerciali.
Abbiamo appena visto che là dove c’è fattura esiste anche il rischio di contestazione.
Ma con la fatturazione elettronica può accadere lo stesso inconveniente?
Innanzitutto, con la fatturazione elettronica viene eliminato alla radice il problema che le fatture vengano perdute. Infatti le fatture, in formato XML, vengono ricevute e trasmesse tramite un sistema di interscambio (SDI) il quale, una volta verificato l’inserimento di tutti i dati obbligatori e la correttezza del C.F. e della P.IVA del cliente, consegnerà la fattura digitale a quest’ultimo, inviando una ricevuta di avvenuta notifica all’emittente.
In questo modo il cliente, in sede di recupero crediti, non si potrà più lamentare di non aver mai ricevuto la fattura o di averla smarrita, al solo scopo di temporeggiare o inficiare il pagamento di quanto gli spetta.
In secondo luogo non ci saranno più errori di registrazione, dal momento che il data entry avviene in maniera virtuale e non più manuale. Ne consegue che se da un lato, per l’emittente, non può essere inserita una data successiva a quella dell’emissione o una data precedente a quella dell’ultima fattura inviata affinché la numerazione della fattura sia progressiva e univoca, per evitare buchi di protocollo nel registro IVA acquisti; dall’altro, per il ricevente, poiché la contabilizzazione delle fatture avviene in maniera automatica, si riducono gli errori che si possono prolificare dall’acquisizione manuale dei dati.
Diminuiranno inoltre errori nei pagamenti, accorciandosi i tempi medi di pagamento.
Con l’avvento della fatturazione elettronica crescono i profitti delle Software House. Infatti con l’addio alla fattura cartacea ed il passaggio a quella digitale, diventa essenziale dotarsi di gestionali che permettono di compilare l’ e-fattura quasi automaticamente.
Inoltre, stante il proliferare di richieste, alcune Software House hanno cominciato ad offrire una consulenza fiscale tributaria ad appannaggio degli stessi commercialisti, dei quali diventano diretti concorrenti.
Questo fenomeno mi fa sorgere una domanda: il futuro della smart economy sarà quello della consulenza sempre più standardizzata e massificata?
Altra categoria di soggetti sulla quale la fatturazione elettronica andrà ad impattare sono i notai. Infatti, poiché tramite il sistema di interscambio la fattura digitale viene trasmessa direttamente all’Agenzia delle Entrate, qualora si dovesse agire per vie legali tramite un Decreto Ingiuntivo, non si dovrebbe più (il condizionale è doveroso e sottende alla logica) fare autenticare il libro IVA dal quale risultano le fatture insolute al notaio.
Abbiamo visto che con la fatturazione elettronica muta il ruolo dei centri elaborazione dati, molto spesso collegati ai commercialisti. Viene inoltre snellita la burocrazia.
Se diminuiranno poi le contestazioni pretestuose, forse muterà anche il futuro delle agenzie di recupero crediti stragiudiziale?
Solo il tempo saprà dirci se si tratterà di modernizzazione o di mera complicazione.
Quel che è certo è che l’innovazione è l’abilità di vedere il cambiamento come un’opportunità e non come una minaccia. Lo sapeva bene Peter F. Druker il quale diceva:
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